Pesi liberi VS macchine isotoniche. Che cosa è meglio?

Lo dico sempre io, le macchine isotoniche sono state inventate per i pigri. Perché non usare invece i cosiddetti pesi “liberi” come manubri, cavi e bilancieri, di gran lunga più efficaci non soltanto per allenare i muscoli ma anche la nostra, spesso trascurata, intelligenza motoria?

I motivi per cui molti preferiscono le macchine ai pesi “svincolati” possono essere molteplici e non c’entra solo la pigrizia, sia chiaro.

Detto questo, bisogna riconoscere che ci sono vantaggi e svantaggi per entrambe le tipologie di attrezzatura. Vediamoli insieme.

 

Le macchine isotoniche: sono davvero più sicure?

Iniziamo prima di tutto col definire il significato esatto di “macchina isotonica”: si tratta infatti di un macchinario che consente di eseguire un esercizio o sollevare un peso attraverso un movimento “vincolato”, vale a dire con una traiettoria fissa imposta dal macchinario stesso.

C’è da dire che alcuni marchingegni, come la lat machine e il pulley, hanno una natura più “ibrida”: pur essendo macchine fatte e finite, il loro meccanismo di funzionamento le rende molto simili a un “cavo”, garantendo perciò un movimento più libero e fisiologico.

Nonostante siano più costose e ingombranti, le palestre moderne hanno deciso di puntare, senza ombra di dubbio, sulle macchine isotoniche, anche perché, in questo modo, possono permettersi di raccogliere un numero più alto di iscritti senza doverli necessariamente “seguire” durante le sedute.

Le macchine, infatti, sono semplici da usare e riducono drasticamente la possibilità di infortunio. Per eseguire gli esercizi in modo clamorosamente sbagliato e pericoloso, bisogna proprio mettersi di impegno. I movimenti sono guidati dall’inizio alla fine e le articolazioni, perlomeno in teoria, sono più al sicuro rispetto all’utilizzo di manubri e bilancieri. Questi ultimi, infatti, per poter essere maneggiati, richiedono una tecnica molto pulita e rigorosa, spesso difficile e comunque più noiosa da apprendere.

In sostanza, le macchine isotoniche sono alla portata di chiunque, anche per chi entra in palestra per la prima volta o non ha più la prestanza fisica di un tempo. Così va a finire che molti soggetti, soprattutto gli appassionati del “fai da te”, utilizzeranno unicamente le macchine isotoniche per allenarsi, magari, come ho scritto in questo articolo, dedicandosi all’inutile ma molto diffuso “total random circuit”.

In linea generale, a mio modesto parere, dovremmo diffidare delle cose troppo facili. Le macchine sono utilissime per i principianti in ottica di condizionamento generale, è vero, possono far dormire sonni più tranquilli agli istruttori della palestra, certamente, ma dobbiamo anche considerare una cosa: le macchine, in definitiva, sono parecchio diseducative.

L’attività fisica non è soltanto puro movimento meccanico, ma, come ho detto all’inizio, richiede anche (un minimo di) “intelligenza”. Spesso ci dimentichiamo che è proprio il sistema nervoso a dare l’impulso ai movimenti e coordinare i vari distretti muscolari. Per questo motivo, insomma, anche lui andrebbe allenato un po’. E il sistema nervoso lo si allena soltanto se eseguiamo esercizi più complessi che richiedano anche coordinazione e stabilità, non certo sedendoci “comodamente” su una macchina che farà gran parte del lavoro al posto nostro.

In secondo luogo, dobbiamo riflettere sul fatto che le macchine sono state progettate in un certo modo, cioè sulla base di una certa idea anatomica. In altre parole, non è affatto detto che i movimenti imposti dalla macchine siano anche quelli più naturali e sicuri per il nostro corpo e per le nostre articolazioni. Anzi, molto spesso, se il macchinario non è ben progettato o non prevede delle varianti di movimento, si possono generare delle pericolose forzature.

Magari il danno non si vedrà subito, questo è ovvio, ma le magagne potrebbero venire fuori soltanto a distanza di tempo, a furia di ripetere in continuazione dei gesti poco ottimali.

 

Le macchine isotoniche sono da buttare?

Paradossalmente, i macchinari in palestra potrebbero rivelarsi più utili per gli atleti avanzati. Si presuppone, infatti, che questi ultimi abbiano già un’intelligenza motoria parecchio sviluppata, grazie all’esperienza e alla padronanza di esercizi più impegnativi come squat, stacchi da terra e panca piana, e possano quindi sfruttare la semplicità e l’immediatezza delle macchine per affinare un po’ i propri esercizi.

Le macchine isotoniche, per esempio, consentono di caricare o scaricare velocemente il peso, e ciò permette di eseguire tecniche più sofisticate come lo stripping oppure ridurre drasticamente le pause tra una serie e l’altra senza doversi sbattere più di tanto ad aggiungere o togliere i carichi. Se i muscoli sono già stati cotti a dovere su altri movimenti più complessi ed estenuanti, le macchine permettono di andare avanti con l’allenamento e isolare maggiormente alcuni gruppi muscolari, sempre scongiurando l’eventualità di infortuni.

In ogni caso va detto che, con qualche accorgimento, si può ottenere lo stesso risultato anche con i pesi liberi.

Infine, ma qui entriamo in un campo un po’ diverso, le macchine possono essere utili in caso di riabilitazione da infortuni, in quanto consentono di lavorare direttamente sui muscoli interessati senza doversi preoccupare di altro.

 

Viva i pesi liberi?

I vantaggi dei pesi liberi, come manubri, bilancieri, cavi, ma anche esercizi a corpo libero (dove viene usato il nostro peso come unico carico), li abbiamo in parte già citati.

Costano di meno e portano via meno spazio, tanto che, volendo, si potrebbe pensare di assemblare una minipalestra nel garage di casa. Consentono di fare movimenti più naturali e rispettosi della nostra costituzione e, coinvolgendo anche i muscoli stabilizzatori, risultano più impegnativi e in grado di allenare coordinazione, stabilità e propriocezione. Rispetto alle macchine, inoltre, offrono la possibilità di eseguire ripetizioni più “esplosive”, vale a dire con una velocità decisamente superiore.

Di contro, essi richiedono un po’ di sbattimento nel caricare e scaricare il peso, soprattutto per quanto riguarda i bilancieri o i manubri componibili, e ciò potrebbe essere un grande limite per tutti quegli esercizi in cui i tempi di recupero sono ridotti o è necessaria una rapida rimodulazione del carico.

Come abbiamo visto, gli esercizi come stacchi, squat, panca piana, alzate laterali, lento avanti e via discorrendo, richiedono un’attenta supervisione da parte di istruttori e personal trainer e potrebbero risultare un po’ scoraggianti per chi si avvicina alla ghisa per la prima volta. I pesi liberi, senza una tecnica adeguata, sono di gran lunga più pericolosi rispetto alle macchine e potrebbero causare spiacevoli infortuni, come ernie al disco o lesioni articolari.

Il fatto che siano più tosti non significa però che non siano alla portata di tutti. Anzi, con il giusto approccio e la giusta progressione, gli esercizi con i pesi liberi dovrebbero diventare l’obiettivo di chiunque abbia intenzione di allenarsi seriamente in palestra. Il motivo è presto detto: gli esercizi più impegnativi sono anche quelli che daranno risultati migliori in meno tempo.

In altre parole, sono più efficaci.

 

E il multipower?

A mio modestissimo parere, il multipower è il più pericoloso di tutti. Invece di considerarlo per quello che è, cioè una “macchina”, si tende a utilizzarlo come supporto per esercizi multiarticolari, quali lo squat, la panca piana e il lento avanti. Per chi non lo conoscesse, il multipower è costituito da un bilanciere agganciato a due supporti che lo fanno scorrere in alto e in basso lungo una traiettoria rettilinea. Alcuni personal trainer lo propongono perché aiuterebbe gli allievi a compiere gesti impegnativi senza sovraccaricare o mettere in pericolo le proprie articolazioni.

Il problema del multipower, però, è che consente soltanto movimenti perfettamente rettilinei.

Non so se sia stato un geometra a progettare una macchina così diabolica, ma il corpo umano in natura non si muove praticamente mai in linea retta, piuttosto con traiettorie curvilinee. Se provi a sollevare un braccio oltre la testa, scoprirai che le braccia disegnano un arco e non certo una retta. In questo modo, il “coso” che dovrebbe proteggere e preservare le articolazioni non farà altro, alla lunga, che stressarle e accelerarne l’usura.

 

Ricapitolando

I vantaggi delle macchine isotoniche:

  • Sono più semplici da utilizzare e facili da apprendere, soprattutto per i principianti.
  • Riducono la probabilità di infortuni e stress articolari, perlomeno nel breve termine.
  • Consentono un carico e uno scarico del peso decisamente più rapido.
  • Consentono di isolare maggiormente i gruppi muscolari.

 

Gli svantaggi delle macchine isotoniche:

  • Sono costose e parecchio ingombranti.
  • Non consentono movimenti naturali e fisiologici durante l’esercizio.
  • Non consentono di esprimere elevate velocità di esecuzione (movimenti esplosivi).
  • Non allenano la coordinazione e la propriocezione.
  • Sono generalmente poco impegnative, soprattutto per i muscoli stabilizzatori.

 

I vantaggi dei pesi liberi:

  • Permettono di allenare grandi masse muscolari in modo più sinergico.
  • A differenza delle macchine, sono decisamente più allenanti per la coordinazione e la propriocezione.
  • Hanno costi e soprattutto ingombri più ridotti.
  • Consentono movimenti più naturali e adatti alla tipologia di soggetto.
  • Sviluppano maggiore intelligenza motoria.

 

Gli svantaggi dei pesi liberi:

  • Sono pericolosi per i principianti e per chi non conosce la tecnica corretta.
  • Richiedono tempi più lunghi per caricare e scaricare il peso.
  • Richiedono molto più tempo per essere appresi.
  • Per soggetti con problematiche pregresse, potrebbero essere poco adatti.

 

In conclusione, abbiamo visto come le macchine, seppur meno “naturali”, possano avere il loro perché all’interno di un intelligente programma di allenamento, mentre i pesi liberi, seppur in apparenza più pericolosi, non vadano assolutamente scartati per pigrizia o paura di farsi male.

L’ideale, è scontato dirlo, sarebbe prendere il meglio da entrambe le tipologie. Purché, naturalmente, ci si tenga a debita distanza dal multipower. 😉

 

PS. Vuoi sapere quali sono gli esercizi da evitare in palestra?
Allora dai un’occhiata qui.


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By Capo Tribù

Aka Gianluca Riboni. Pensatore, personal fitness trainer ISSA, insegnante di Anukalana Yoga, leader di Yoga della Risata, scrittore e blogger (un po') incompreso. E soprattutto, sognatore a piede libero.

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1 commento su “Pesi liberi VS macchine isotoniche. Che cosa è meglio?”

  1. Che le macchine isotoniche siano da pigri sono ben d’ accordo con te; io onestamente ho iniziato con i pesi liberi e li preferisco di granlunga, ho provato delle macchine ma il movimento imposto non mi ha mai convinto; sopratutto la leg extension sará perché mi sono fracassato una tibia da piccolo ma quella proprio non l’ ho digerita.
    Per quanto riguarda il discorso dei principianti che rischiano di farsi male con i pesi, credo che molto sia dovuto al fatto che caricano troppo fare un esercizio come la french press per esempio con due manubri da 5 kg sembra poco ma per un principiante totale é troppo.
    Qui va poi il discorso dell’ ego molti si sentono passami il termine “sfigati” ad usare carichi leggeri ma con i pesi liberi all’ inizio almeno é cosî senza capire che forse prima di pensare a caricare é meglio imparare il movimento corretto da fare magari pure senza alcun carico; indubbio che far lavorare il corpo per stabilizzare invece che adagiarsi su una macchina porta enormi benefici ed ho ben potuto rendermene conto!

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